La virtualizzazione dell’infrastruttura IT. Alcune interessanti note.

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Alcuni concetti preliminari:
RIDONDANZA: In ambito informatico è comune in caso di sistemi critici avere due copie di dati mantenute sincronizzate in modo da garantire la continuità dell’esecuzione delle applicazioni anche in caso di danneggiamento del supporto contenente i dati stessi. Questo si realizza con varie tecniche come per esempio le copie mirror o varie tipologie di dischi in configurazione RAID.
La ridondanza può essere estesa anche ad altre parti critiche di computer come sistemi di raffreddamento, l’alimentazione elettrica, schede di rete ecc. o addirittura all’intero sistema in un’architettura cluster tale che automaticamente un sistema può prendere il posto di quello non funzionante.

CLUSTER: (dall’inglese grappolo), è un insieme di computer connessi tramite una rete telematica. Lo scopo di un cluster è quello di distribuire una elaborazione molto complessa tra i vari computer componenti il cluster.

CLUSTER ATTIVO PASSIVO: Un cluster formato da più nodi (server) ridondanti alcuni dei quali sono in standby, in attesa di sostituire nodi in stato di “failure” (guasti).

CLUSTER ATTIVO ATTIVO: Un cluster formato da più nodi ridondanti nei quali tutti collaborano sempre a gestire informazioni, in caso di failure di un nodo, gli altri collaborano per sostituire il server mancante, sopportando la sua mole di lavoro.

High availability = HA = Alta disponibilità: Si dice di sistemi con tempi di downtime “calcolati”.
Downtime: periodo di tempo durante il quale un server non assolve alla sua funzione, cioè non eroga servizi.

Virtual machine o meglio, virtualizzazione dell hardware: emulare un determinato hardware tramite un software. Ovvero ingannare un sistema operativo facendogli credere di controllare direttamente l’ hardware.

Il Cluster:
Un cluster è un gruppo di computer che collaborano all’esecuzione di un insieme comune di applicazioni, fornendo al client e all’applicazione l’immagine di un unico sistema. I computer sono connessi da cavi a livello fisico e dal software di clustering a livello di programmazione. Queste connessioni consentono ai computer di utilizzare le funzioni di failover e di bilanciamento del carico, operazioni che non possono essere eseguite con un computer stand alone.